La metodologia IPS (Individual Placement and Support) è una tecnica rivoluzionaria, nata presso il New Hampshire Dartmouth Psychiatric Research Center, diretto da Robert Drake e già utilizzata con successo negli Stati Uniti.
Il metodo supera la mentalità assistenziale e permette alla persona – non più paziente – di raggiungere posizioni che ne sanciscono l’inclusione sociale, con innegabili benefici per la sua salute mentale, la famiglia, la società e con notevole riduzione dei costi sociali.
I criteri minimi di inclusione nel progetto sono: essere disoccupato o inoccupato, effettuare una richiesta esplicita di impiego, avere una forte motivazione. Non è motivo di esclusione avere una diagnosi grave. L’importante è che l’utente sia stabilizzato al momento dell’invio. La motivazione è l’aspetto centrale, in quanto consente di affrontare lo stress connesso alla ricerca del lavoro. L’IPS è una forma di accesso all’impiego senza programmi di formazione e transizione, in base alle attuali condizioni della persona, al suo grado di occupabilità attuale. Comprende un sostegno individualizzato in diverse fasi, il supporto nella ricerca, lo sviluppo e la sperimentazione di proprie capacità e conoscenze per affrontare la ricerca del lavoro, per migliorare l’autonomia, l’autostima, il senso di efficacia personale al fine di operare scelte e sperimentarsi in contesti reali ed integrati.
Da un punto di vista operativo l’intervento è gestito da operatori professionali IPS. Gli operatori si occupano di affiancare l’utente nella ricerca del lavoro vagliando le opportunità esistenti sul mercato locale senza però sostituirsi a lui, fornendo suggerimenti ed aiutandolo in tutte quelle operazioni che servono per raggiungere le mete pattuite (dalla preparazione del curriculum alla simulazione di colloqui di lavoro, dalla ricerca sulle fonti informative all’accompagnamento qualora l’utente sia molto emotivo), continuando a monitorarlo ed a fornirgli il necessario supporto anche nella fase di collocazione al lavoro attraverso sinergie con i servizi di salute mentale, con la famiglia, con i colleghi di lavoro ed attraverso l’adozione di tutte le misure e gli interventi finalizzati al mantenimento della propria posizione lavorativa.
Il metodo IPS motiva l’utente, non lo connota come paziente ma come persona, con delle preferenze, dei desideri e delle ambizioni, e lo mette in grado di ricevere una reale soddisfazione professionale. La metodologia IPS prevede pertanto un lavoro mirato a far emergere i punti di forza, la motivazione, le risorse e le abilità che una persona in difficoltà tende a dimenticare o rinnegare, in virtù anche di quella che è la sua condizione di paziente presenza di sintomatologia pervasiva piuttosto che scarso adattamento sociale).
Le caratteristiche del metodo IPS quali la flessibilità, la personalizzazione delle azioni, l’integrazione con altri interventi, anche di natura terapeutico riabilitativa, la programmazione degli stessi a partire dalle caratteristiche, motivazioni, bisogni e risorse della persona, lo rendono particolarmente adatto a persone con disagio mentale che, per caratteristiche proprie, richiedono interventi mirati e particolari rispetto alle altre forme di disabilità.
Il metodo a differenza di altri approcci riabilitativi professionali, come inserimenti protetti o borse lavoro, non si basa su valutazioni preliminari e formative, ma punta direttamente alla ricerca attiva del lavoro, agendo sulla sfera del “saper essere” e non solo su quella del “saper fare”.
I principi cardine della metodologia IPS sono i seguenti:
impiego competitivo, eleggibilità basata sulla scelta dell’utente, repidità dei tempi,. Attenzione alle attitudini dell’utente, sostegno continuativo, consulenza sull’opportunità economica (benefit), lavoro sistematico di sviluppo professionale (attivazione del territorio) .