Il progetto INCLUDO, che si svolgerà nel Distretto RM H3, nei Comuni di Marino e Ciampino, ma che si presta ad essere avviato su tutto il territorio di riferimento della ASL RMH, si evolve su tre direttrici: ampliamento dell’offerta di GNOSIS con lo sviluppo di un nuovo servizio finalizzato all’inserimento lavorativo in contesti non protetti di persone con disagio psichico (innovazione di prodotto); realizzazione di nuovi strumenti per comunicare e promuovere l’offerta GNOSIS, al fine di far conoscere in modo appropriato i servizi disponibili, aumentandone visibilità e credibilità (innovazione di marketing); realizzazione delle attività e raggiungimento obiettivi (investimenti immateriali). Il progetto è finalizzato a rispondere complessivamente alle problematiche connesse al reinserimento in autonomia di persone con disagio psichico attraverso l’attivazione di strumenti ed azioni in grado di fornire risposte concrete: inserimento lavorativo, maggiore facilità nell’accesso ai servizi, investimenti specifici sulle singole attività progettuali. Il progetto è svolto in collaborazione con la ASL RMH – Distretto sanitario H3, Comuni di Marino e Ciampino, Dipartimento di Salute Mentale della ASL RMH. Anche le azioni si svolgono su tre fasi: 1. progettazione preliminare, colloqui individuali per la valutazione delle competenze professionali, delle abilità e l’individuazione delle risorse personali dell’utente, incontri finalizzati al supporto (non sostituzione) nella preparazione dei curricula, orientamento e accompagnamento nell’identificazione di opportunità di lavoro, tutoraggio e accompagnamento nella fase di colloquio ed inserimento lavorativo; 2. sviluppo di un sito web con funzionalità 2.0, di un Kit multimediale di presentazione, di uno spot audiovisivo di presentazione; 3. attivazione degli strumenti necessari a realizzare le attività descritte nelle fasi precedenti.
La metodologia progettuale è altamente innovativo e sperimentale: a persone con disturbi mentali viene offerto un percorso di inserimento professionale non tutelato ma nel mercato competitivo, fuori dalla rete di benefici sociali pur garantiti dallo Stato. Elemento innovativo specifico è l’impiego della metodologia IPS (Individual and Placement and Support), una tecnica rivoluzionaria, nata presso il New Hampshire Dartmouth Psychiatric Research Center e già utilizzata con successo negli Stati Uniti. E’ una tecnica che supera la mentalità assistenziale e permette alla persona – non più paziente – di raggiungere posizioni che ne sanciscono l’inclusione sociale, con benefici per la sua salute mentale, la famiglia, la società e con notevole riduzione del costo sociale. Il programma IPS mira ad ottenere un’assunzione in tempi rapidi (meno di sei mesi), basandosi sul sostegno individuale e su una valutazione concreta delle abilità della persona. Il programma di supporto all’impiego si basa su sei principi cardine: il supporto all’impiego è integrato al trattamento, l’eleggibilità è basata sulla scelta dell’utente, l’obiettivo è l’impiego competitivo, l’ingresso nel programma la ricerca dell’impiego viene fatta entro breve tempo, il sostegno è continuativo durante il percorso, l”attenzione alle preferenze dell’utente è in primo piano. Gli operatori IPS affiancano l’utente nella ricerca del lavoro, vagliando le opportunità esistenti sul mercato locale senza sostituirsi a lui, fornendo suggerimenti ed aiutandolo in tutte quelle operazioni che servono per
raggiungere le mete pattuite, seguendolo e fornendogli supporto anche nella fase di collocazione al lavoro attraverso sinergie con i servizi di salute mentale, con la famiglia, con i colleghi di lavoro. Il metodo IPS motiva l’utente, lo connota come persona e non come paziente, con desideri ed ambizioni, e lo mette in grado di ricevere una reale soddisfazione professionale. La metodologia IPS prevede pertanto un lavoro mirato a far emergere i punti di forza, la motivazione, le risorse e le abilità che una persona in difficoltà tende a dimenticare. Le caratteristiche del metodo IPS, quindi, lo rendono particolarmente adatto a persone con disagio mentale che, per caratteristiche proprie, richiedono interventi mirati e particolari rispetto alle altre forme di disabilità. Il metodo a differenza di altri approcci riabilitativi professionali, come inserimenti protetti o borse lavoro, non si basa su valutazioni preliminari e formative, ma punta direttamente alla ricerca attiva del lavoro, agendo sulla sfera del “saper essere” e non solo su quella del “saper fare”.